Intervista a Jorge Londoño, fondatore della Biennale della Biodiversità di Cali 2024
La prima Biennale d’arte Contemporanea di Biodiversità Cali 2024 è ufficialmente cominciata. Si tratta di un’iniziativa che, nelle parole del suo fondatore, Jorge Enrique Londoño Ramírez, “nasce dalla necessità di creare uno spazio che unisca arte e conservazione ambientale.” In un mondo in cui gli ecosistemi sono sempre più minacciati, questa biennale celebra l’arte invitando il pubblico a riflettere sulla biodiversità e su come l’arte stessa possa fungere da catalizzatore per il cambiamento.
La Colombia, uno dei paesi più ricchi di biodiversità al mondo, diventa il contesto perfetto per questa biennale, che mette in scena artisti internazionali e locali che esplorano le complesse dinamiche tra arte, natura e sostenibilità. In questa intervista rilasciata in esclusiva ad ItalianArtJournal.it, Jorge Enrique Londoño Ramírez ci racconta la genesi di questa iniziativa, il suo significato profondo e il ruolo fondamentale dell’arte nella sensibilizzazione sul cambiamento climatico e la conservazione ambientale.
Intervista a Jorge Londoño, fondatore della Biennale della Biodiversità di Cali 2024
Come è nata l’idea di questa Biennale della Biodiversità di Cali? Raccontaci della sua genesi
Jorge Londoño: La Bienal de Arte Contemporáneo Internacional Biodiversidad Cali 2024 è nata dalla necessità di creare uno spazio che unisse l’arte e la conservazione ambientale. L’idea è emersa osservando la straordinaria ricchezza naturale della Colombia e la crescente urgenza di sensibilizzare sulla biodiversità in un contesto globale in cui gli ecosistemi sono sempre più minacciati.
La mia visione iniziale era che l’arte potesse diventare un potente veicolo per comunicare l’importanza della biodiversità. Non volevo solo un’esposizione di opere d’arte, ma un vero e proprio spazio di dialogo, capace di incoraggiare riflessioni e impegni verso la conservazione. Attraverso diverse manifestazioni artistiche, speriamo di coinvolgere il pubblico nell’apprezzare la biodiversità e di stimolare un cambiamento nella prospettiva di ciascuno rispetto al rapporto con la natura.
La Biennale rappresenta un’iniziativa ambiziosa e rilevante per il panorama artistico e ambientale
Jorge Londoño: Sì, la Bienal de Arte Contemporáneo Internacional Biodiversidad Cali è senza dubbio un’iniziativa ambiziosa e rilevante sia per il mondo artistico che per quello della conservazione ambientale. Puntando i riflettori sulla biodiversità, la biennale vuole sensibilizzare sul patrimonio naturale della Colombia e sulle sfide legate alla sua conservazione. Questa piattaforma offre agli artisti l’opportunità di esplorare e affrontare temi ambientali attraverso le loro opere, ma allo stesso tempo invita il pubblico a partecipare attivamente al dialogo sulla relazione tra l’umanità e la natura. Coniugando arte e attivismo ambientale, la biennale mira a sensibilizzare le comunità e a stimolare un impegno concreto verso la protezione degli ecosistemi. Inoltre, trattandosi di un evento internazionale, la biennale facilita lo scambio di idee ed esperienze tra artisti e spettatori provenienti da tutto il mondo, arricchendo così il discorso culturale e ambientale a livello globale.
Biennale Biodiversità Cali 2024, l’arte al servizio dell’ambiente
Il tema principale della Biennale è “L’arte come strumento per la biodiversità”. Puoi spiegarci di più su questo concetto?
Jorge Londoño: Il tema centrale, “L’arte come strumento per la biodiversità”, evidenzia la capacità dell’arte di fungere da mezzo di sensibilizzazione e attivismo nella protezione e valorizzazione della biodiversità. Questo approccio permette di esplorare come le manifestazioni artistiche possano ispirare e mobilitare le persone attorno alla conservazione dell’ambiente. Attraverso mostre, installazioni, performance e laboratori, miriamo non solo a presentare la bellezza e la complessità degli ecosistemi, ma anche ad affrontare le sfide che questi devono fronteggiare. L’arte diventa uno strumento per raccontare storie, generare empatia e stimolare riflessioni sulla nostra responsabilità verso la natura. Combinando creatività e ricerca, si favorisce un dialogo tra artisti, scienziati e pubblico, creando uno spazio dove l’arte può agire come catalizzatore per il cambiamento e l’azione concreta a favore della biodiversità.
Qual è il ruolo dell’arte nella lotta contro il cambiamento climatico e nella sensibilizzazione sulla protezione ambientale?
Jorge Londoño: L’arte ha un ruolo fondamentale e poliedrico nella lotta contro il cambiamento climatico e nella sensibilizzazione ambientale. Si parte dalla Visualizzazione dei problemi: l’arte può rappresentare visivamente ed emotivamente le conseguenze del cambiamento climatico, aiutando il pubblico a comprendere la portata del problema. Installazioni e opere d’arte spesso riescono a catturare l’attenzione in modo più immediato rispetto ai dati o alle statistiche. Attraverso l’arte, inoltre, si genera empatia: attraverso narrazioni artistiche, si possono raccontare storie che connettono emotivamente le persone con l’ambiente, favorendo una maggiore empatia verso gli ecosistemi e le forme di vita che dipendono da essi. A questo aggiungiamo anche la mobilitazione delle comunità e l’attivismo che ne consegue. L’arte può fungere da punto di unione per le comunità, ispirandole a partecipare a iniziative di conservazione e sostenibilità. Le opere d’arte aprono spazi per conversazioni sul cambiamento climatico, invitando a discutere soluzioni creative e stimolando l’azione politica e sociale. Infine, c’è un elemento forse preso poco in considerazione, come quella della innovazione e sostenibilità. Molti artisti incorporano materiali riciclati o tecniche sostenibili nelle loro opere, dimostrando che anche l’arte può essere parte della soluzione alla crisi ambientale.
Il messaggio di Jorge Londoño, fondatore della Biennale: “biodiversità va difesa a tutti i costi”
Qual è il messaggio che vorresti fosse trasmesso dai partecipanti riguardo alla biodiversità?
Jorge Londoño: L’America Latina è una delle regioni con la maggiore biodiversità al mondo, ma anche una delle più minacciate. La Biennale, concentrandosi sulla biodiversità della regione, può affrontare specifiche problematiche come la deforestazione, la perdita di habitat e l’eccessiva sfruttamento delle risorse naturali. Attraverso l’arte, vogliamo che gli artisti latinoamericani trasmettano un messaggio forte e chiaro: la biodiversità va difesa a tutti i costi. Le opere devono sensibilizzare il pubblico, visibilizzando le ricchezze naturali del continente e le minacce che queste affrontano. Ma soprattutto, il messaggio chiave deve essere una chiamata all’azione: è necessario che tutti, artisti e pubblico, si facciano carico di questa causa per proteggere il nostro patrimonio naturale e culturale.
La Biennale si svolge in contemporanea con la COP16. Qual è il significato di questa coincidenza?
Jorge Londoño: La coincidenza tra la Biennale di Cali e la COP16 è estremamente significativa. Questa sovrapposizione evidenzia l’intersezione tra arte e politica nel contesto della biodiversità. La COP16 è un evento fondamentale per le politiche globali sulla biodiversità, e la Biennale può aggiungere una dimensione creativa e emozionale a queste discussioni. L’arte, attraverso la sua capacità di visualizzare problemi complessi e di generare empatia, può arricchire le discussioni scientifiche e politiche della COP16. Inoltre, eventi come la Biennale offrono uno spazio per combinare le innovazioni e le riflessioni dell’arte con i dati scientifici, favorendo un dialogo multidimensionale che può ispirare sia i decisori politici che il pubblico in generale.
Le nuove generazioni e la nuova arte
Qual è il ruolo delle nuove generazioni in questo contesto di arte e attivismo?
Jorge Londoño: Le nuove generazioni stanno svolgendo un ruolo trasformativo nel campo dell’arte e dell’attivismo. I giovani artisti stanno utilizzando il loro lavoro per affrontare problemi sociali e ambientali con una creatività straordinaria, sfruttando strumenti digitali e nuovi media per diffondere i loro messaggi in modo innovativo e accessibile. Sono particolarmente sensibili a questioni come il cambiamento climatico e l’ingiustizia sociale. Attraverso il loro lavoro, non solo riflettono queste preoccupazioni, ma propongono soluzioni, ispirando azioni concrete. Grazie alla loro connessione globale attraverso le reti sociali, riescono a diffondere idee e tecniche artistiche a livello internazionale, creando un impatto più forte e diffuso.
In che modo la tecnologia e la piattaforma virtuale della Biennale possono arricchire l’esperienza del pubblico?
Jorge Londoño: La tecnologia e la piattaforma virtuale offrono nuove opportunità per ampliare il pubblico della Biennale. Una delle grandi sfide delle esposizioni d’arte è il loro carattere fisico e spesso limitato nel tempo e nello spazio. Con l’uso delle tecnologie digitali, possiamo raggiungere un pubblico molto più vasto, permettendo a persone di ogni parte del mondo di partecipare e interagire con le opere. Le esperienze virtuali offrono anche nuove modalità di fruizione dell’arte, consentendo una maggiore interattività. Ad esempio, installazioni e opere multimediali possono essere esplorate in ambienti virtuali o attraverso la realtà aumentata, arricchendo l’esperienza estetica e concettuale del pubblico.
Intervista realizzata e tradotta da Alessandro Faggiano