Gutai: i 5 artisti più influenti del rivoluzionario movimento artistico giapponese
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Gutai: i 5 artisti più influenti del rivoluzionario movimento artistico giapponese

Gutai: i 5 artisti più influenti del rivoluzionario movimento artistico giapponese

Il movimento artistico Gutai, nato in Giappone nel dopoguerra, rappresenta una delle correnti più innovative e meno conosciute dell’arte contemporanea in Italia. Fondato nel 1954 nella città di Ashiya, vicino Osaka, il Gutai si è distinto per la sua approccio radicale all’arte, enfatizzando l’importanza del processo creativo, dell’interazione con i materiali e della performance.

Il termine “Gutai” significa letteralmente “concreto” o “incarnato”, riflettendo la filosofia del gruppo che mirava a creare un’arte tangibile e diretta, in netto contrasto con l’astrattismo dominante dell’epoca. Gli artisti Gutai hanno esplorato nuove forme espressive, combinando pittura, scultura, performance e installazioni in modi mai visti prima.

In questo articolo, esploreremo le vite e le opere dei cinque artisti più influenti del movimento Gutai, scoprendo come hanno rivoluzionato il panorama artistico giapponese e influenzato l’arte contemporanea a livello globale.

I 5 artisti più influenti del movimento Gutai

1. Jiro Yoshihara: il fondatore visionario

Biografia

Jiro Yoshihara (1905-1972) è stato il fondatore e leader carismatico del movimento Gutai. Nato a Osaka, Yoshihara iniziò la sua carriera come pittore surrealista negli anni ’30, ma fu dopo la Seconda Guerra Mondiale che sviluppò la visione che avrebbe portato alla nascita del Gutai.

Contributo al Gutai

Yoshihara è stato l’autore del Manifesto Gutai, pubblicato nel 1956, che delineava i principi fondamentali del movimento. Nel manifesto, scriveva:

“L’arte del Gutai non altera la materia. L’arte Gutai conferisce vita alla materia. L’arte Gutai non distorce la materia.”

Questa filosofia ha guidato tutto il movimento, incoraggiando gli artisti a esplorare le proprietà intrinseche dei materiali e a creare opere che enfatizzassero il processo creativo.

Circle: l’essenza della filosofia Gutai

L’opera più celebre di Yoshihara è la serie “Circle” (Cerchio), iniziata negli anni ’60. Questi dipinti, caratterizzati da un unico cerchio nero su sfondo bianco, rappresentano l’essenza della filosofia Gutai: la ricerca della purezza e della semplicità attraverso la ripetizione e la meditazione.

Il critico d’arte Yamamura Tokutaro ha commentato:

“I cerchi di Yoshihara sono più di semplici forme geometriche. Sono meditazioni visive, espressioni di un’estetica zen che cerca l’illuminazione attraverso la ripetizione e la concentrazione.”

2. Kazuo Shiraga: l’artista che dipingeva con i piedi

Biografia

Kazuo Shiraga (1924-2008) è forse l’artista Gutai più noto a livello internazionale. Nato a Amagasaki, Shiraga si unì al gruppo Gutai nel 1955, diventando rapidamente uno dei suoi membri più innovativi e provocatori.

Tecnica rivoluzionaria

Shiraga è famoso per aver sviluppato una tecnica di pittura unica: dipingeva con i piedi, sospeso a una corda sopra la tela. Questa tecnica, che combinava performance e pittura, incarnava perfettamente lo spirito Gutai di coinvolgimento fisico con i materiali.

L’artista spiegava così la sua tecnica:

“Dipingere con i piedi mi permette di unire il mio corpo alla tela in modo diretto e potente. Non è solo un atto di creazione, ma una danza, una lotta, un’esperienza totale.”

Lottando con il fango: pilastro dell’arte performativa

Una delle opere più celebri di Shiraga è “Challenging Mud” (1955), una performance in cui l’artista lottava con un cumulo di fango, lasciando che il suo corpo creasse forme e impronte. Questa opera ha segnato un punto di svolta nell’arte performativa, anticipando molte delle sperimentazioni degli anni ’60 e ’70.

Il critico d’arte Alexandra Munroe ha osservato:

“‘Challenging Mud’ di Shiraga non era solo una performance, ma una metafora della lotta dell’uomo con la natura e con se stesso. Ha aperto nuove strade per l’arte concettuale e l’happening.”

3. Atsuko Tanaka: pioniera dell’arte tecnologica

Biografia

Atsuko Tanaka (1932-2005) è stata una delle poche donne artiste del gruppo Gutai e una pioniera nell’uso della tecnologia nell’arte. Nata a Osaka, Tanaka si unì al Gutai nel 1955, portando una prospettiva unica e innovativa al movimento.

Arte e tecnologia

Tanaka è nota per le sue opere che incorporavano elementi elettrici e tecnologici, anticipando molte delle tendenze dell’arte contemporanea. La sua visione dell’arte era profondamente legata all’era tecnologica nascente.

In un’intervista, Tanaka dichiarò:

“La tecnologia non è solo un mezzo, ma un linguaggio attraverso il quale possiamo esplorare nuove dimensioni dell’esperienza umana e artistica.”

Centinaia di lampadine colorate per il vestito elettrico (“Electric Dress, 1956)

L’opera più celebre di Tanaka è “Electric Dress” (1956), un abito fatto di centinaia di lampadine colorate e cavi elettrici che l’artista indossava come una performance. Quest’opera combinava moda, tecnologia e performance in un modo completamente nuovo per l’epoca.

La critica d’arte Ming Tiampo ha commentato:

“‘Electric Dress’ di Tanaka non era solo un’opera d’arte, ma una visione profetica del futuro. Ha anticipato l’intersezione tra corpo, tecnologia e identità che oggi è al centro di molte discussioni contemporanee.”

4. Saburo Murakami: l’artista che sfondava la carta

Biografia

Saburo Murakami (1925-1996) è stato uno dei membri fondatori del gruppo Gutai. Nato a Kobe, Murakami si è distinto per le sue performance radicali e le sue riflessioni filosofiche sull’arte.

Performance e distruzione

Murakami è noto per le sue performance in cui sfondava grandi fogli di carta, creando opere che esistevano solo nel momento della loro creazione/distruzione. Questa pratica incarnava perfettamente l’enfasi Gutai sull’azione e sul processo.

L’artista spiegava così la sua pratica:

“Sfondare la carta non è un atto di distruzione, ma di creazione. Sto aprendo nuovi spazi, nuove possibilità. L’opera d’arte è l’azione stessa, non il risultato.”

La sua opera più nota è “Passage”, del 1956

Una delle performance più famose di Murakami è “Passage” (1956), in cui l’artista sfondò una serie di schermi di carta, creando un “passaggio” attraverso di essi. Quest’opera ha sfidato le convenzioni della pittura e della scultura, enfatizzando l’importanza dell’azione e del gesto.

Lo storico dell’arte Paul Schimmel ha osservato:

“‘Passage’ di Murakami non era solo una performance, ma una riflessione profonda sul significato dello spazio e del tempo nell’arte. Ha aperto letteralmente e metaforicamente nuove dimensioni nell’arte contemporanea.”

5. Shozo Shimamoto: l’artista della bottiglia rotta

Biografia

Shozo Shimamoto (1928-2013) è stato uno dei membri fondatori del gruppo Gutai e un innovatore nel campo della pittura d’azione. Nato a Osaka, Shimamoto ha sviluppato tecniche uniche che hanno sfidato le convenzioni della pittura tradizionale.

Tecniche innovative

Shimamoto è noto per aver sviluppato la tecnica della “bottiglia rotta”, in cui lanciava bottiglie piene di vernice contro una tela, creando esplosioni di colore. Questa tecnica rifletteva l’interesse Gutai per il caso e l’improvvisazione.

L’artista spiegava così la sua tecnica:

“Lanciare la bottiglia è un atto di liberazione. Non controllo completamente il risultato, ma collaboro con il caso e la gravità per creare qualcosa di inaspettato e vitale.”

L’anticipazione del “Do it”

Una delle opere più celebri di Shimamoto è “Please Draw Freely” (1956), un’installazione interattiva in cui il pubblico era invitato a disegnare liberamente su una grande tela. Quest’opera ha anticipato molte delle pratiche partecipative dell’arte contemporanea.

Il critico d’arte Reiko Tomii ha commentato:

“‘Please Draw Freely’ di Shimamoto non era solo un’opera d’arte, ma un esperimento sociale. Ha sfidato la nozione di artista come creatore solitario, invitando il pubblico a diventare parte attiva del processo creativo.”

Una panoramica fianle su movimento dell’arte contemporanea giapponese, il Gutai

Il movimento Gutai, attraverso l’opera di questi cinque artisti innovativi e di molti altri, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte contemporanea. La loro enfasi sull’azione, sul processo e sull’interazione con i materiali ha anticipato molte delle tendenze artistiche che si sarebbero sviluppate nei decenni successivi, dall’arte concettuale alla performance art, dall’happening all’arte interattiva.

Jiro Yoshihara, con la sua visione e leadership, ha fornito la base filosofica e teorica del movimento. Kazuo Shiraga ha portato l’azione fisica al centro dell’atto creativo, sfidando le convenzioni della pittura tradizionale. Atsuko Tanaka ha esplorato le intersezioni tra arte e tecnologia, anticipando molte delle questioni centrali dell’arte contemporanea. Saburo Murakami ha sfidato i confini tra creazione e distruzione, enfatizzando l’importanza del gesto e dell’evento. Infine, Shozo Shimamoto ha introdotto l’elemento del caso e della partecipazione del pubblico, aprendo nuove strade per l’arte interattiva.

L’influenza costante del Gutai

Nonostante la sua breve durata (il gruppo si sciolse ufficialmente nel 1972 con la morte di Yoshihara), l’influenza del Gutai continua a riverberarsi nell’arte contemporanea. La loro ricerca di nuove forme espressive, il loro coraggio nell’abbracciare l’ignoto e la loro fede nel potere trasformativo dell’arte rimangono fonte di ispirazione per artisti di tutto il mondo.

Il Gutai ci ricorda che l’arte non è solo un oggetto da contemplare, ma un’esperienza da vivere, un processo da esplorare, una sfida alle convenzioni. In un’epoca in cui l’arte digitale e virtuale domina sempre più il panorama culturale, le lezioni del Gutai sull’importanza del contatto diretto con i materiali e dell’esperienza fisica dell’arte rimangono più rilevanti che mai.

Riscoprire e apprezzare il movimento Gutai non è solo un esercizio di storia dell’arte, ma un’opportunità per ripensare il ruolo dell’arte nella società contemporanea e per immaginare nuove possibilità creative per il futuro.

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