Fernando Botero: l’arte della rotondità. Biografia, opere e la mostra a Roma
Visi rubicondi, braccia tornite, pance strabordanti: queste sono le figure ideate dall’artista Fernando Botero (Medellín, 1932 – Monaco, 2023). Fisicità importanti che, nel corso della sua carriera, sono diventate la sua cifra distintiva, spiegando che quello che dipingeva o scolpiva non erano personaggi in sovrappeso, ma il loro volume. “Quando dipingo una natura morta dipingo anche con il volume, se dipingo un animale è volumetrico, anche un paesaggio”, spiegava in un’intervista al quotidiano El Mundo. “Mi interessa il volume, la sensualità della forma. Se dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, lo faccio sempre con questa idea del volume, non è che ho un’ossessione per le donne grasse”.
Un viaggio nella vita di Fernando Botero, il gran maestro dell’arte colombiana
Fernando Botero nacque a Medellín, in Colombia, il 19 aprile 1932. Cresciuto in una famiglia della classe media, fin da giovane mostrò un vivo interesse per l’arte, sebbene inizialmente fosse avviato verso una carriera ben diversa: quella del torero. Dopo la morte del padre, la madre lavorò duramente per mantenere la famiglia, e il giovane Fernando fu mandato a una scuola di toreri, un percorso comune nella cultura colombiana. Tuttavia, la sua passione per l’arte non fu mai sopita, e iniziò presto a dedicarsi al disegno e alla pittura.
Nel 1948, a soli 16 anni, partecipò alla sua prima mostra collettiva, attirando l’attenzione con il suo talento precoce. Botero si trasferì a Bogotà, dove espose le sue opere nella galleria Leo Matiz, e iniziò a guadagnare un certo riconoscimento nel mondo artistico colombiano. Nel 1952, grazie a una borsa di studio, partì per l’Europa per studiare i grandi maestri del Rinascimento. Visitò la Spagna, l’Italia e la Francia, immergendosi nelle opere di Goya, Velázquez, Tiziano e molti altri.
L’influenza di questi artisti si riflette nelle prime opere di Botero, che tuttavia sviluppò presto un linguaggio artistico proprio. Nel 1956, mentre viveva a Città del Messico, Botero dipinse una versione di una natura morta che rappresentava una mandorla gonfiata, un’esperienza che definì il suo stile futuro. Da quel momento, le sue figure diventarono sempre più volumetriche, caratterizzate da un’abbondanza che sarebbe diventata la sua firma.
Gli anni Sessanta e Settanta furono cruciali per la carriera di Botero. Si trasferì a New York, dove incontrò un ambiente artistico stimolante e variegato. Le sue opere iniziarono a essere esposte in gallerie e musei di tutto il mondo, ricevendo un crescente apprezzamento. Botero sposò Gloria Zea, con la quale ebbe tre figli, ma il matrimonio terminò con un divorzio. In seguito, si risposò con Sophia Vari, anch’essa artista, e la coppia visse tra Parigi, New York e Pietrasanta, in Toscana.
Il lavoro di Botero è stato spesso descritto come “naïf” o “primitivo“, ma questa definizione sottovaluta la complessità e la raffinatezza della sua arte. Le sue figure, pur essendo esagerate nelle proporzioni, sono realizzate con una precisione tecnica che rivela una profonda conoscenza della tradizione artistica. Botero ha sempre mantenuto una connessione con la sua terra natale, dedicando molte opere alla storia e alla cultura colombiana, spesso affrontando temi sociali e politici con una vena critica ma ironica.
Durante la sua carriera, Botero ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la Gran Cruz de Boyacá, la più alta onorificenza colombiana. Le sue opere fanno parte delle collezioni di importanti musei come il Museum of Modern Art di New York, il Museo Botero di Bogotá e il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Nonostante il successo internazionale, Botero ha sempre mantenuto un legame profondo con la sua origine latinoamericana, traendo ispirazione dalla vita quotidiana, dalle feste popolari e dalle tradizioni del suo paese.
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Le opere più famose di Fernando Botero
Fernando Botero è celebre per il suo stile distintivo caratterizzato da figure volumetriche e forme esagerate, che conferiscono alle sue opere un aspetto unico e riconoscibile. Le sue creazioni spaziano dalla pittura alla scultura, con una vasta gamma di temi che vanno dai ritratti alla natura morta, fino a scene di vita quotidiana e riferimenti storici e politici. In questa sezione esploreremo alcune delle opere più emblematiche dell’artista colombiano, che hanno contribuito a cementare la sua reputazione a livello mondiale.
La Famiglia (Familia)
Uno dei temi ricorrenti nell’opera di Botero è la rappresentazione della famiglia. La Famiglia, dipinta nel 1985, è un esempio perfetto del suo stile iconico. In questo quadro, Botero ritrae una famiglia tipica colombiana con i suoi membri che appaiono voluminosi e monumentali. Il padre, la madre, i figli e persino l’animale domestico sono rappresentati con corpi pieni e arrotondati, esprimendo una sensazione di abbondanza e prosperità. Nonostante le loro dimensioni esagerate, le figure trasmettono una sensazione di intimità e affetto, catturando l’essenza della vita familiare.
La Morte di Pablo Escobar (La muerte de Pablo Escobar)
Nel 1999, Botero dipinse La Morte di Pablo Escobar, un’opera che riflette il suo interesse per i temi politici e sociali della Colombia. Pablo Escobar, noto signore della droga, è rappresentato al centro della scena, colpito da una pioggia di proiettili mentre cade dall’alto. Le dimensioni esagerate di Escobar enfatizzano la sua presenza ingombrante nella storia colombiana, mentre la drammaticità della scena cattura il momento culminante della sua caduta. Con questo dipinto, Botero non solo documenta un evento storico, ma commenta anche l’impatto devastante del narcotraffico sulla società colombiana.
La Corrida (La Corrida)
La passione di Botero per la tauromachia è evidente in numerose opere dedicate a questo tema. La Corrida, dipinta nel 1984, è una delle sue rappresentazioni più iconiche della corrida. La scena è vibrante e dinamica, con il toro e il torero che si affrontano al centro dell’arena. Le figure sono, come sempre, volumetriche e piene, il che aggiunge un senso di peso e gravità all’azione. Botero cattura non solo l’energia e l’emozione della corrida, ma anche la sua teatralità e ritualità. Le espressioni dei personaggi, la tensione dei loro corpi e la vivacità dei colori rendono questa opera un omaggio potente a una tradizione culturale profondamente radicata.
La Fornarina
Tra le opere di Botero che reinterpretano i capolavori della storia dell’arte, La Fornarina è particolarmente significativa. Dipinta nel 2008, questa opera è una rivisitazione dell’omonimo ritratto di Raffaello. Botero conserva la posa e l’ambientazione originale, ma trasforma la figura della Fornarina, rendendola volumetrica e arrotondata. Questa reinterpretazione non è una semplice parodia, ma un dialogo rispettoso con il passato artistico, in cui Botero infonde il suo stile distintivo. Il risultato è un’opera che celebra la tradizione artistica, pur affermando l’originalità e l’unicità del linguaggio di Botero.
La Monna Lisa (Monalisa)
Un’altra celebre reinterpretazione è La Monna Lisa, dipinta nel 1977. In questa opera, Botero prende il celebre ritratto di Leonardo da Vinci e lo reinterpreta secondo il suo stile volumetrico. La Monna Lisa di Botero ha un volto e un corpo pieni e arrotondati, che le conferiscono un aspetto giocoso e quasi caricaturale. Tuttavia, l’opera mantiene un senso di rispetto e ammirazione per l’originale, evidenziando l’abilità di Botero nel fondere l’umorismo con un profondo apprezzamento per i grandi maestri dell’arte.
La Camera degli Sposi (La camera degli sposi)
La Camera degli Sposi, un’opera del 1997, è un altro esempio della capacità di Botero di reinterpretare i capolavori del passato. Ispirata al ciclo di affreschi di Andrea Mantegna nel Palazzo Ducale di Mantova, questa opera di Botero raffigura una scena di vita quotidiana con figure voluminose e monumentali. La scena è intrisa di un senso di intimità e serenità, ma le proporzioni esagerate delle figure aggiungono un elemento di sorpresa e meraviglia. Questo dipinto dimostra l’abilità di Botero nel creare opere che sono al contempo familiari e nuove, celebrando la tradizione artistica mentre la reinventa attraverso il suo stile unico.
La Musica (La música)
La musica è un altro tema ricorrente nell’opera di Botero. La Musica, dipinta nel 1990, è un vibrante tributo all’arte musicale. In questo dipinto, Botero raffigura un gruppo di musicisti intenti a suonare i loro strumenti con grande entusiasmo. Le figure, come sempre, sono voluminose e piene, ma l’energia e la vitalità della scena sono palpabili. I colori vivaci e le espressioni gioiose dei musicisti trasmettono una sensazione di allegria e celebrazione. Questa opera cattura l’essenza della musica come forma di espressione universale, capace di unire le persone e di elevare lo spirito.
Natura morta con arance (Naturaleza muerta con naranjas)
Nel campo delle nature morte, Botero ha creato numerose opere che riflettono il suo stile distintivo. Natura morta con arance, dipinta nel 1983, è un esempio perfetto. In questo dipinto, una semplice composizione di frutta è trasformata attraverso l’uso del volume e del colore. Le arance, grandi e piene, sembrano quasi esplodere di vitalità, mentre gli altri elementi della natura morta, come il tavolo e il vaso, sono anch’essi esagerati nelle loro proporzioni. Questa opera dimostra la capacità di Botero di infondere anche i soggetti più ordinari con un senso di monumentale bellezza e importanza.
I Cardinali (Los Cardenales)
Un’altra serie notevole di opere è quella dedicata ai cardinali. In dipinti come I Cardinali, realizzato nel 1974, Botero raffigura i membri del clero cattolico con le loro vesti rosse sgargianti e le figure imponenti. Queste opere, pur conservando un certo grado di serietà e rispetto, sono anche cariche di un sottile umorismo. Le dimensioni esagerate dei cardinali, combinate con le loro espressioni solenni, creano un contrasto che invita lo spettatore a riflettere sulla pomposità e la teatralità dell’autorità ecclesiastica. Con queste opere, Botero esplora temi di potere e spiritualità attraverso il suo inconfondibile linguaggio artistico.
Abu Ghraib
Nel 2004, Botero ha creato una serie di opere intitolata Abu Ghraib, che denuncia le torture inflitte ai prigionieri nel carcere iracheno omonimo. Questa serie rappresenta una deviazione significativa dal suo solito stile, affrontando un tema estremamente serio e doloroso. Le figure volumetriche di Botero sono qui utilizzate per esprimere l’orrore e la sofferenza dei prigionieri, con un impatto visivo e emotivo straordinario. Queste opere dimostrano la capacità di Botero di utilizzare il suo stile unico per affrontare anche i temi più difficili e controversi, rivelando una profondità e una sensibilità che vanno oltre la superficie delle sue immagini.
La Ballerina (La bailarina)
La Ballerina, dipinta nel 2001, è un’altra opera iconica di Botero che celebra la bellezza e la grazia della danza. La figura centrale, una ballerina dalle forme generose, è rappresentata in una posa classica, con un’espressione di concentrazione e serenità. Nonostante le dimensioni esagerate del corpo, la ballerina emana una sensazione di leggerezza e movimento. I colori vivaci e i dettagli accurati del costume aggiungono un tocco di eleganza e raffinatezza. Questa opera è un omaggio alla danza come forma d’arte, capace di trasmettere emozioni e raccontare storie attraverso il movimento.
Botero a Roma: un omaggio alla grandezza
Oggi quelle figure monumentali tornano ad essere protagoniste con Botero a Roma, la mostra diffusa che animerà – fino al primo ottobre – le maggiori piazze della Capitale con otto grandi sculture di bronzo realizzate tra gli Anni Novanta e primi Duemila. Il progetto, a cura della figlia Lina Botero, anticipa la grande mostra dedicata all’artista colombiano che sarà ospitata negli spazi di Palazzo Bonaparte a Roma a settembre 2024.
La mostra a Palazzo Bonaparte
Dal 17 settembre 2024 al 19 gennaio 2025, Palazzo Bonaparte di Roma ospiterà una grande mostra dedicata all’amatissimo artista colombiano, recentemente scomparso. Dipinti, acquerelli e sculture, insieme ad alcuni inediti, saranno esposti nelle sale del Palazzo in quella che sarà la più completa retrospettiva mai realizzata a Roma. Le opere esposte rappresenteranno la sontuosa rotondità dell’universo di Botero, restituite con effetti tridimensionali e colori spesso sgargianti.
La mostra offrirà un viaggio attraverso la carriera dell’artista, esplorando la sua capacità di trasformare il quotidiano in straordinario. Tra le opere esposte, non mancheranno le versioni di capolavori della storia dell’arte, come Las Meninas di Velázquez e La Fornarina di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca, i ritratti borghesi di Rubens e van Eyck. E ancora, temi classici come il circo e la corrida, quest’ultimo forse il tema più interessante perché interpretato attraverso il filtro della tradizione ispanica molto sentita nell’arte, da Goya a Picasso.
Una sala sarà dedicata alla più recente sperimentazione tecnica del maestro che, dal 2019, dipinse con acquerelli su tela: opere quasi diafane, frutto di un approccio delicato, forse senile, ai temi familiari di sempre. Questi lavori rappresentano una sintesi del percorso artistico di Botero, mostrando una nuova sensibilità e un’ulteriore evoluzione del suo stile unico.