Diego Rivera e il murale filocomunista al Rockfeller Center, nel cuore del mondo capitalista
Diego Rivera nacque l’8 dicembre 1886 a Guanajuato, in Messico. Fin da giovane mostrò un talento straordinario per il disegno, tanto che a soli dieci anni fu ammesso all’Accademia di San Carlos a Città del Messico, una delle più prestigiose istituzioni artistiche del paese. Rivera si distinse immediatamente per le sue abilità, guadagnandosi borse di studio che gli permisero di viaggiare e studiare in Europa. Tra le sue opere più notevoli, “L’uomo controllore dell’universo” rappresenta un episodio intrigante e drammatico nella storia dell’arte. Questa creazione, commissionata inizialmente per il Rockefeller Center a New York, è diventata un simbolo di lotta ideologica e resistenza artistica.
Una biografia essenziale di Diego Rivera
Durante il suo soggiorno in Europa, Rivera fu profondamente influenzato dai movimenti artistici emergenti. Trascorse molti anni a Parigi, dove entrò in contatto con artisti del calibro di Pablo Picasso, Georges Braque e Amedeo Modigliani. Fu particolarmente colpito dal cubismo, un’influenza che si può vedere nei suoi primi lavori. Tuttavia, con il tempo, Rivera sviluppò uno stile unico, caratterizzato da forme monumentali e colori vivaci, ispirato dalle tradizioni artistiche precolombiane e dalla cultura popolare messicana.
Il ritorno in Messico e l’arte murale
Nel 1921, Rivera tornò in Messico, dove trovò un paese in fermento dopo la Rivoluzione messicana. Il nuovo governo rivoluzionario, desideroso di promuovere un’identità nazionale e di educare il popolo, commissionò a Rivera e ad altri artisti la creazione di murali pubblici. Questi murali dovevano celebrare la storia, la cultura e le aspirazioni del popolo messicano.
Rivera divenne uno dei principali esponenti del movimento murale messicano, creando opere che combinavano elementi storici, politici e sociali. Tra i suoi murali più celebri vi sono quelli realizzati nel Palazzo Nazionale e nel Ministero della Pubblica Istruzione a Città del Messico. Le sue opere sono caratterizzate da una narrazione epica e da una profonda attenzione ai dettagli, che riflettono la sua convinzione che l’arte dovesse essere accessibile e comprensibile per tutti.
Il rapporto con Frida Kahlo
Un aspetto fondamentale della vita di Diego Rivera fu il suo rapporto con Frida Kahlo, una delle artiste più iconiche del XX secolo. Rivera e Kahlo si conobbero nel 1928, quando Frida, allora una giovane artista emergente, chiese a Diego di valutare alcuni dei suoi dipinti. Rivera rimase colpito dal talento di Frida e i due svilupparono rapidamente una profonda amicizia che si trasformò in amore. Si sposarono l’anno successivo, nel 1929.
La relazione tra Rivera e Kahlo fu intensa e turbolenta. Entrambi avevano personalità forti e passioni ardenti, che spesso portavano a conflitti. Nonostante le difficoltà, i due condivisero una profonda ammirazione reciproca per le rispettive opere e una visione comune della politica e dell’arte come strumenti di cambiamento sociale.
Rivera e Kahlo si influenzarono artisticamente a vicenda. Rivera incoraggiò Kahlo a esplorare temi personali e a sviluppare il suo stile distintivo, mentre Kahlo introdusse Rivera a nuove idee e prospettive. I loro lavori riflettono le loro esperienze condivise e la loro visione del mondo. Ad esempio, nel murale “L’uomo controllore dell’universo”, Rivera incorpora elementi che riflettono le conversazioni e le idee scambiate con Frida.
Il contesto storico: New York negli anni ’30 dopo i ruggenti anni venti, la crisi e la commissione dell’opera a Diego Rivera
Negli anni ’30, New York era il fulcro del cambiamento culturale e sociale negli Stati Uniti. La città stava attraversando un periodo di grandi trasformazioni economiche e architettoniche, con la costruzione di grattacieli iconici come l’Empire State Building e il Rockefeller Center. Questo clima di innovazione era in contrasto con la Grande Depressione, che aveva colpito duramente l’economia americana, portando disoccupazione e difficoltà economiche diffuse.
È in questo contesto che Diego Rivera ricevette la commissione per il murale nel Rockefeller Center. La scelta di Rivera, noto per le sue forti convinzioni comuniste, fu coraggiosa e rischiosa. I Rockefeller, una delle famiglie più influenti e ricche d’America, decisero di dare carta bianca all’artista, fidandosi della sua reputazione internazionale e del suo talento ineguagliabile.
La concezione originale del murale
Rivera immaginava il murale come una celebrazione del progresso scientifico e tecnologico, ma con una chiara critica alla disuguaglianza sociale. Il titolo originale, “L’uomo al crocevia”, rifletteva questa visione di un’umanità che deve scegliere tra un futuro di pace e progresso o di guerra e distruzione. Rivera integrò nel murale diverse figure e simboli che rappresentavano questa dualità.
Il centro del murale era dominato dalla figura di un operaio che controllava una gigantesca macchina, simbolo del potere della tecnologia e dell’industria. Intorno a lui, immagini di scienziati al lavoro, telescopi e altre apparecchiature scientifiche rappresentavano le conquiste della scienza. Tuttavia, sullo sfondo, si vedevano scene di guerra e conflitto, a sottolineare i pericoli del progresso incontrollato.
La controversia e la censura
Il punto di rottura con i Rockefeller fu l’inclusione di Lenin, leader della Rivoluzione Russa, tra le figure prominenti del murale. Questo gesto, interpretato come una provocazione politica, fu visto come inaccettabile dai committenti. John D. Rockefeller Jr. chiese a Rivera di rimuovere il ritratto di Lenin, ma l’artista rifiutò, sostenendo che modificare il murale sarebbe stato un tradimento della sua visione artistica e dei suoi ideali.
La controversia culminò nella decisione di distruggere l’opera. Questa azione scatenò una vasta eco mediatica e intellettuale. Numerosi artisti e intellettuali denunciarono la censura, difendendo il diritto di Rivera di esprimere le sue idee attraverso l’arte. Tra questi, il celebre scrittore John Dos Passos dichiarò: “Distruggere un’opera d’arte è un atto di barbarie, indipendentemente dalle idee che essa rappresenta.”
La rinascita in Messico dopo la distruzione del murale originale: nasce “L’uomo controllore dell’universo”
Dopo la distruzione del murale a New York, Rivera tornò in Messico, determinato a non lasciar morire la sua visione. Con il supporto del governo messicano, iniziò a lavorare a una nuova versione del murale presso il Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico. Questa nuova opera, intitolata “L’uomo controllore dell’universo”, non solo replicava ma ampliava la versione originale, includendo nuovi dettagli e simboli.
La nuova versione del murale continuava a mettere al centro l’uomo che controlla l’universo, ma con una maggiore enfasi sulla lotta di classe e sulla solidarietà internazionale. Accanto a Lenin, Rivera incluse ritratti di Karl Marx e Leon Trotsky, rafforzando il messaggio politico dell’opera. Inoltre, scene di lavoratori uniti e di scienziati collaboranti rappresentavano una visione utopica di un futuro basato sulla cooperazione e la giustizia sociale.
Qui, due focus su delle belle (e ancora poco conosciute in Italia) mostre internazionali:
- a Cali (Colombia) la prima Biennale dedicata alla biodiversità
- Al via il Bicentenario de America a Lima, in Perú. Un omaggio vivente a una storia condivisa
Analisi dei simbolismi presenti nel murale di Diego Rivera
“L’uomo controllore dell’universo” è un’opera densa di simbolismi, ognuno dei quali contribuisce a trasmettere il messaggio complesso e stratificato di Rivera. La figura centrale dell’uomo che manipola i comandi della macchina rappresenta l’umanità che ha il potere di controllare il proprio destino attraverso la scienza e la tecnologia. Tuttavia, questo potere è ambivalente: può essere utilizzato per il bene o per il male.
Alla destra dell’uomo, scene di pace e progresso mostrano scienziati che lavorano insieme per scoprire i segreti dell’universo. Tra questi, figure come Charles Darwin e Albert Einstein simboleggiano la ricerca della conoscenza e la comprensione del mondo naturale. Al contrario, alla sinistra dell’uomo, scene di guerra e distruzione mostrano le conseguenze devastanti di un uso irresponsabile del potere tecnologico.
Un altro elemento significativo è il gruppo di lavoratori uniti nella parte inferiore del murale. Questo gruppo rappresenta la solidarietà e la lotta per i diritti dei lavoratori, un tema ricorrente nelle opere di Rivera. La presenza di Lenin e Marx sottolinea l’importanza della leadership rivoluzionaria e dell’ideologia comunista nella lotta per la giustizia sociale.
Il significato moderno dell’opera
Oggi, “L’uomo controllore dell’universo” continua a essere una delle opere più celebrate e studiate di Diego Rivera. Il suo messaggio rimane rilevante in un mondo ancora segnato da disuguaglianze sociali, conflitti armati e sfide tecnologiche. L’opera invita a riflettere sul ruolo dell’umanità nel controllare il proprio destino e sulle responsabilità che derivano dal potere tecnologico.
Rivera ci ricorda che il progresso non è intrinsecamente positivo o negativo; dipende da come viene utilizzato e da chi ne beneficia. In un’epoca di rapidi avanzamenti tecnologici, questa riflessione è più pertinente che mai. L’arte di Rivera ci spinge a considerare le implicazioni etiche e sociali delle nostre scelte e a lottare per un futuro più giusto ed equo.
Qui, il focus su L’arte precolombiana in America Latina: un viaggio verso un tesoro inestimabile
L’eredità di Diego Rivera…
Diego Rivera morì il 24 novembre 1957, lasciando un’eredità duratura nel mondo dell’arte. Le sue opere continuano a essere celebrate per la loro capacità di unire arte e politica, storia e modernità. Rivera è ricordato non solo per i suoi murali monumentali, ma anche per il suo impegno nel promuovere l’arte come strumento di educazione e trasformazione sociale.
I murali di Rivera sono sparsi in tutto il mondo, da Città del Messico a Detroit, e continuano a essere ammirati per la loro bellezza e il loro impatto visivo. La sua capacità di raccontare storie attraverso immagini potenti e simboliche ha ispirato generazioni di artisti e ha contribuito a definire il ruolo dell’arte pubblica nella società moderna.
Al di là dell’essere stato un grande artista, viene ricordato come un fervente attivista e intellettuale. La sua opera ha influenzato generazioni di artisti e continua a essere un punto di riferimento per chi vede nell’arte un mezzo di espressione politica e sociale. La sua vita e il suo lavoro sono un esempio di come l’arte possa essere un potente strumento di cambiamento.
“L’uomo controllore dell’universo” è un manifesto di resistenza e un simbolo di speranza e testimonia che, nonostante le difficoltà e le opposizioni, l’arte può sopravvivere e prosperare, portando avanti messaggi di verità e giustizia.
… E del murale della discordia, che ha diviso il mondo
La storia di “L’uomo controllore dell’universo” è un potente esempio di come l’arte possa sfidare il potere e promuovere il cambiamento sociale. La vicenda del murale di Rivera al Rockefeller Center e la sua successiva ricreazione a Città del Messico rappresentano un momento cruciale nella storia dell’arte del XX secolo. Questo episodio non solo mette in luce le tensioni tra arte e politica, ma anche la capacità dell’arte di sopravvivere e prosperare nonostante la censura.
La vicenda di “L’uomo controllore dell’universo” ci ricorda che l’arte non è solo un’espressione estetica, ma anche uno strumento di comunicazione e protesta. Diego Rivera, con la sua visione audace e il suo impegno politico, ci insegna che l’arte può sfidare il potere, suscitare dibattiti e, infine, promuovere il cambiamento.
In un’epoca in cui la libertà d’espressione è costantemente minacciata, ricordare e celebrare opere come quella di Rivera è più importante che mai. “L’uomo controllore dell’universo” è un manifesto di resistenza e una testimonianza della potenza indomabile dell’arte.
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