Biennale Biodiversità Cali 2024: l’arte come eco della natura, nella cornice della COP16
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Biennale Biodiversità Cali 2024: l’arte come eco della natura, nella cornice della COP16

Biennale Biodiversità Cali 2024: arte come eco della natura, nella cornice della COP16

Nell’anno che segna un passaggio cruciale per la salvaguardia del nostro pianeta, Cali, la vibrante capitale del Valle del Cauca in Colombia, si erge a fulcro di un incontro epocale tra arte e ambiente. La Biennale di Arte Contemporanea Internazionale Biodiversità Cali 2024 si apre in concomitanza con la Cumbre Mundial de Biodiversidad COP16, catalizzando una riflessione profonda su una tematica che non riguarda più solo la sfera accademica o politica, ma è ormai un’urgenza collettiva: la conservazione della biodiversità.

In un contesto di crescente consapevolezza ambientale, questo evento culturale assume una valenza ancora più pregnante, riconoscendo all’arte un ruolo di primo piano come strumento di educazione, sensibilizzazione e cambiamento. Il tema principale, “L’Arte come Strumento di Biodiversità”, si sviluppa lungo un percorso espositivo che coinvolge oltre 100 artisti da ogni parte del globo, i cui lavori si intrecciano in un racconto visivo, sonoro e plastico delle intersezioni tra natura e creatività umana.

Biennale Biodiversità Cali 2024, un intreccio tra arte e scienza per un futuro sostenibile

La Biennale di Arte Contemporanea Internazionale Biodiversità Cali 2024 non si limita a una tradizionale esposizione artistica, ma rappresenta un appello corale a una presa di coscienza planetaria. Organizzata da Expolatinadearte Colombia, sotto la guida del suo presidente e fondatore Jorge Enrique Londoño Ramírez, la manifestazione abbraccia un concetto di arte che non solo ispira, ma che mira a trasformare. In un’epoca in cui la crisi climatica è ormai la realtà quotidiana per milioni di persone, specialmente nelle regioni più vulnerabili del pianeta, l’arte diventa qui un ponte fra l’immaginario e l’azione, fra la contemplazione e la responsabilità.

Come sottolineato dallo stesso Londoño, “Il futuro della nostra terra dipende dalla conservazione delle nostre risorse naturali. La biodiversità del nostro emisfero latinoamericano è un tesoro che dobbiamo proteggere e celebrare.

Queste parole risuonano fortemente nell’ambito di un evento che si inserisce all’interno del quadro internazionale delle azioni concertate per la protezione del patrimonio naturale, a partire proprio dall’America Latina, culla di una delle biodiversità più ricche e variegate del pianeta. La biennale, infatti, oltre a essere un’espressione artistica, si propone come una piattaforma di dialogo e confronto su questioni fondamentali come la protezione delle foreste tropicali, degli ecosistemi marini e della fauna minacciata dall’inarrestabile avanzare delle attività umane.

Il contributo italiano: un ponte culturale tra l’Europa e l’America Latina

A dare un respiro ancora più internazionale alla Biennale di Cali è la partecipazione di alcuni illustri rappresentanti del mondo artistico italiano. Spicca il nome di Giuseppe Gorga, curatore della Biennale d’Arte Contemporanea di Salerno (BACS), che porta con sé un bagaglio di esperienza consolidata in ambito curatoriale e una visione fortemente ancorata alla simbiosi tra arte e natura. La collaborazione tra Gorga e Londoño non è nuova: già in occasione delle edizioni precedenti della BACS, una delegazione di artisti latinoamericani, guidata proprio da Londoño, aveva esposto a Palazzo Fruscione, storico edificio simbolo della biennale salernitana.

Accanto a Gorga, figura altrettanto centrale è quella di Francesco Chinnici, curatore d’arte e proprietario della Taimeless Art Gallery di Taormina, che non solo ha contribuito alla selezione degli artisti, ma ha offerto anche assistenza giuridica gratuita, riconoscendo il potenziale trasformativo di questo evento.

L’Italia, dunque, non è semplicemente una spettatrice di questa prima biennale colombiana, ma si pone come partner culturale e artistico, favorendo uno scambio continuo di esperienze e idee che contribuiscono a rendere questo evento unico nel suo genere. Il coinvolgimento di Luis Gramet, straordinario artista argentino, chiude il cerchio di una collaborazione che spazia oltre i confini nazionali e culturali, affermando il potere dell’arte come linguaggio universale capace di abbattere qualsiasi barriera.

Un percorso espositivo che va oltre il visibile e il reale, per radicarsi globalmente nella rete

L’innovazione è uno dei fili conduttori di questa biennale, che si articola in due spazi espositivi principali: una mostra virtuale su una piattaforma 3D e una mostra fisica presso musei e biblioteche dipartimentali ancora da definire nei dettagli. La scelta di abbracciare il mondo digitale non è solo una risposta alle limitazioni imposte dalla contemporaneità, ma un modo per amplificare la portata del messaggio artistico e raggiungere un pubblico globale. Attraverso un’interfaccia immersiva, gli utenti di ogni parte del mondo potranno esplorare le opere esposte, stabilendo un contatto diretto con le creazioni degli artisti, e interagendo con esse in un modo che supera la semplice contemplazione passiva.

Tra gli artisti presenti nella mostra virtuale, spiccano i nomi di Zinedine Aleknaite (Lituania), Andrea Stanic (Croazia), e Amparo Cadena Duque (Colombia), solo per citarne alcuni, i quali portano nelle loro opere la testimonianza di un mondo in bilico, fragile eppure capace di rigenerazione. Ogni opera rappresenta un frammento di quella complessità naturale che chiamiamo biodiversità, dalle delicate sfumature cromatiche di un paesaggio lituano, alle forme architettoniche delle specie marine caribiche.

In questo viaggio sensoriale, lo spettatore è guidato attraverso una molteplicità di linguaggi espressivi che abbracciano pittura, scultura, fotografia e videoarte. Ogni medium diventa una lente attraverso cui osservare le connessioni intime tra l’essere umano e il suo ambiente, un legame troppo spesso dimenticato ma essenziale per la sopravvivenza di entrambi.

Nel cuore pulsante di Cali, la Biennale di Arte Contemporanea Internazionale Biodiversità diventa un vero e proprio motore di cambiamento, capace di innescare processi di innovazione non solo nel campo delle arti visive, ma anche a livello sociale e politico.

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